Anche se in epoca molto remota, si diceva che “il bastimento faceva mercato” e che “qualcuno si occupava in vece del capitano delle pratiche amministrative portuali e della vendita delle merci” la figura del raccomandatario marittimo nacque attorno al 1800 con l’avvento della navigazione a vapore e con il conseguente e progressivo sviluppo dei traffici marittimi.
Il raccomandatario marittimo già allora era il riferimento a terra dell’armatore o del vettore ed aveva l’incarico di compiere in loro nome tutta una serie di atti giuridici ed operazioni materiali. Nel 1850, secondo quanto documentato dalla “Consulta dei Mercanti di Genova” esistevano erano una serie di consuetudini relative alla professione, tanto da ritenerne necessaria una sistematizzazione giuridica. La figura crebbe negli anni fino ad assumere tutte le mansioni che originariamente erano sbrigate dal comandante della nave e nel 1887 per la prima volta ottenne menzione nel codice della marina mercantile (art. 117).
Il primo riconoscimento giuridico avvenne nel 1940 con la legge 29/4 n. 496 che subordinava l’esercizio della professione all’esistenza di un’organizzazione imprenditoriale iscritta in un “elenco degli agenti marittimi raccomandatari autorizzati” affidato alle Camere di Commercio. Per una prima disciplina organica si deve attendere il Codice di Navigazione del 1942 che esplicita, negli articoli dal 287 al 291, come il raccomandatario marittimo sia un mandatario con rappresentanza cui sono devolute una serie di attività tipiche del campo marittimo e portuale.
Nel 1949 è stata fondata Federagenti.
La specifica professionalità si ottiene nel 1977 con la legge 4/4 n. 135 che specifica in modo chiaro il concetto della personalizzazione e della necessità di iscrivere negli elenchi “i titolari delle imprese individuali, i legali rappresentanti e gli institori nelle società di capitali”.